ARTICOLO 48
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
ELETTORATO ATTIVO: diritto di partecipare in qualità di votanti a elezioni e referendum per concorrere alla scelta dei propri rappresentanti in Parlamento e negli enti locali, e per esprimere la propria opinione su questioni politiche.

Andrea Brutto
ELEZIONI DAL 1948 AL 1960
Elezioni 1948 — ai seggi si recarono il 92,19% degli italiani
Risultati: il Fronte Popolare (PCI e PSI) si fermò al 31% mentre la Democrazia Cristiana da sola superò il 48% e con i suoi alleati centristi, arrivò a sfiorare il 55% dei suffragi. I Socialdemocratici, nati solo un anno prima da una scissione dal partito socialista, presero il 7%. Entrarono nel nuovo Parlamento anche i monarchici e i rappresentanti del Movimento Sociale Italiano, di chiara ispirazione fascista.
La vittoria alle urne della Democrazia Cristiana fu netta. Le elezioni del ‘48 segnano l’ingresso dell’Italia nella fase cosiddetta di “centrismo”, caratterizzata dall’egemonia politica dei governi democristiani degli anni ‘50.



Giorgia Galli
Elezioni 1953 — ai seggi si recarono il 93,81% degli italiani
De Gasperi, per evitare un fallimento del suo partito alle elezioni, ricorse a una riforma della legge elettorale per la Camera dei deputati, introducendo un premio di maggioranza (380 seggi, pari al 65%) al raggruppamento di liste che avesse superato la maggioranza assoluta di consensi. Le opposizioni di sinistra erano in forte disaccordo con la proposta che definirono “legge truffa”, nonostante ciò essa venne approvata dalla Camera e dal Senato il 29 marzo 1953.
Risultati: I risultati elettorali segnarono la sconfitta del disegno di De Gasperi. I partiti di centro ottennero il 49,8% dei voti, non riuscendo a far scattare il premio di maggioranza. Si trattava di una pesante sconfitta. La Dc e i suoi alleati perdevano circa 2 milioni e 800.000 voti, mentre la sinistra ne guadagnava oltre 1 milione e 426.000 e la destra 2 milioni e 326.000 voti. Inoltre, la Dc perdeva 42 seggi alla Camera, passando da 305 a 263 e 18 al Senato, da 131 a 113. La contemporanea flessione dei partiti di centro riduceva a margini strettissimi la possibilità di costituire una maggioranza di centro.



Chiara Abenante
Elezioni del 1958 — ai seggi si recarono il 93,91 % degli italiani
L’Italia attraversa un periodo di grandi trasformazioni di crescita economica costante, seppure disordinata, caratterizzata dall’avvento della “società dei consumi” che inducono forti spinte al cambiamento sociale, politico e degli stili di vita. Una crisi che il centrismo affronta con un’apertura al Partito socialista e la costituzione dei primi governi di centro-sinistra, durante i quali vengono approvate alcune riforme come la nazionalizzazione dell’energia elettrica.
Risultati: Le elezioni politiche, svoltesi il 25 maggio 1958, non modificarono sostanzialmente il quadro politico. La DC guadagnava, rispetto al 1953, il 2,2% alla Camera e l’1,3% al Senato, incrementando di dieci unità il numero dei parlamentari. Consistente fu la tenuta del PCI, che incrementò percentualmente i suoi voti sia alla Camera (+ 0,1) che al Senato (+ 1,6), smentendo tutte le previsioni che ritenevano probabile un crollo comunista.



Stefano Dallo
AFFLUENZA ALLE URNE 1948-1958
Un’osservazione a parte la merita il rapporto esistente tra l’evoluzione della consistenza numerica del corpo elettorale e la relativa affluenza alle urne. L’entità del corpo elettorale ha mostrato un incremento costante nella storia della Repubblica italiana: si è passati dai circa 27 milioni delle prime elezioni politiche repubblicane del 1948 agli oltre 28 milioni in occasione di quelle del 1953 per arrivare fino ai 30 milioni del 1958. Le percentuali di affluenza alle elezioni per la Camera e il Senato sono andate crescendo costantemente dal 1948 (92,23 per cento) fino al 1976 (93,39 per cento).
Anche i valori dei voti non validamente espressi possono essere collegati a questo aspetto. Infatti dalle elezioni del 1948 a quelle del 1958, in cui le percentuali di affluenza crescono e comunque si mantengono al di sopra del 90 per cento, i valori corrispondenti ai voti non validamente espressi risultano, con la sola eccezione del 1953, costantemente al di sotto della media complessiva della distribuzione (circa il 3,7 per cento del corpo elettorale). Solo nel 1953 infatti la percentuale dei voti validi per 100 votanti cala arrivando al 95,4%, mentre nell’elezione precedente era stata del 97,8% e in quella successiva subirà un innalzamento arrivando al 97,1.



Ethan Aris Bianchi